Mitilicoltura nel Golfo di Trieste: l'analisi del contesto ambientale
A cura del dott. Walter De Walderstein
Il mare ha da sempre ed ancora oggi in un popolo di santi, poeti e navigatori, innescato paure ancestrali collegate ai ricordi dei pirati barbareschi, come pure per esser un ambiente per lo più ignoto ad esseri terrestri. La presenza dei vivai di mitili, anche se ormai presente da numerosi decenni nel golfo di Trieste, ha più volte innescato latenti repulsioni sia paesaggistiche sia di insicurezza alimentare.
Di fatto un punto di vista ragionato pone le mitilicolture quale presidio ambientale.
Infatti, la loro presenza garantisce il controllo delle acque costiere. Il mitilo è un valido bioindicatore e rileva rapidamente la presenza di contaminanti provenienti dall’esterno dei vivai. Il mitilo non produce contaminanti, produce, invece, un valido alimento della dieta mediterranea sottoposto a controlli routinari che ne garantiscono la salubrità.
Per inciso, la mitilicoltura ha molteplici funzioni ecologiche e di sostenibilità ambientale:
- la presenza della mitilicoltura garantisce un minuzioso controllo della qualità delle acque, ed eventuali inquinamenti di origine clandestina verrebbero individuati sia dalle periodiche analisi biochimiche richieste dalla attuale legislazione, sia per le rimostranze dei mitilicoltori contro l’inquinatore. Raro caso, questo, in cui la salvaguardia dell’interesse di settore va a tutto beneficio della salvaguardia ambientale.
- In ragione delle abbondanti epibiosi ospitate, i vivai fungono da zone di richiamo per diverse specie marine, costituiscono inoltre, aree di protezione nei confronti di sistemi di pesca non selettivi e nursery-areas per seppie, calamari ed altre specie produttrici di uova bentoniche o teche ovigere.
- Il prodotto fornito al consumo è un alimento fresco e naturale, che viene allevato e commercializzato senza l’uso di prodotti sintetici (pesticidi, fertilizzanti, anabolizzanti, conservanti ecc.), che producono gravose ricadute sull’ambiente e sulla salute umana, alla pari dei prodotti ottenuti dall’agricoltura biologica.
- I mitili sono un alimento ad elevato valore proteico a basso input bioenergetico, essendo un anello iniziale della catena trofica ed inoltre in un ambiente eutrofico, le mitilicolture svolgono un’azione di contenimento delle popolazioni algali.
- La produzione mitilicola richiede un irrilevante impiego di energia sussidiaria di origine fossile per la movimentazione dei natanti.
- La produzione di mitili ed in generale di Bivalvi assorbe CO2 in particolare confinandola nella conchiglia.
- La mitilicoltura alla pari della pesca sostenibile non riduce le risorse future, anzi ne incrementa con la captazione del novellame.
Nei capitoli successivi si porterà un contributo per illustrare il travagliato percorso della mitilicoltura a dispetto delle paure ataviche per quanto di sconosciuto proveniente dal mare.