Zuppa di lenticchie e mitili
Ricette triestine
Ingredienti
2,5 Kg di mitili
1/4 Kg di lenticchie secche oppure anche quelle inscatolate e già cotte
2 patate
rosmarino
Procedimento
Vi sono almeno due modi per preparare il piatto. Il primo tra i due è anche quello che solitamente viene maggiormente utilizzato e consiste nella preparazione dei mitili cotti a fuoco vivo e che dopo essere stati sgusciali vengono posti nuovamente in un tegame all’interno del quale si è preventivamente versato l’olio di oliva, il prezzemolo, l’aglio e il rosmarino, quindi si soffrigge tutto per alcuni minuti poi si aggiungono le lenticchie e le patate già cotte e fatte a quadratini.
Il secondo metodo invece è quello di ripulire i mitili, privati anche del bisso, ponendoli direttamente in una casseruola fonda e mentre stanno soffriggendo versare tutti gli ingredienti già indicati. A questo punto includere anche le lenticchie in precedenza cotte, con l’intero brodo vegetale acquisito. Il rosmarino in questa pietanza è meglio se posto a bollire con il legume, mentre la eventuale salatura va fatta solo dopo la cottura e nella singola tazza di zuppa; ciascun conviviale deve badare alla sua sensibilità gustativa. Disporre sempre un piatto da dessert per le valve non utilizzate.
La differenza fondamentale tra questi due modi di preparare lo stesso piatto sta nel fatto che nella prima versione non compaiono nella zuppa le valve e inoltre non vi è il brodo dei pedoci, mentre nella seconda preparazione vi sono entrambi, pertanto quest’ultimo preparato è più gustoso per il palato marinaro.
Variazioni
Anche in questo caso quasi ogni famiglia ha un suo modo di intervenire nelle modalità di preparazione. Una delle più diffuse è la spremitura delle lenticchie così da farle sembrare una crema. Altre varianti sono l’aggiunta o il cambiamento degli ingredienti o delle spezie. Particolare importante è l’aggiunta, sempre possibile, di formaggio grana grattugiato o pecorino.
Tratto da Bussani M. (2001), “Pedoci, cozze, muscoli, mitili: dal mare in cucina a Trieste”, edito da CO.GIU.MAR. – Consorzio Giuliano Maricolture